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sabato 3 dicembre 2011

Wikileaks: da Eni corruzione per il suo business

Per Wikileaks Eni usa la corruzione per sviluppare il proprio business ed entrare nei mercati energetici mondiali: il sito che ha in Julian Assange il suo portavoce ha molto materiale sulla maggiore multinazionale italiana e i file sarebbero parecchio scottanti e andrebbero ad aggiungersi ai già noti problemi di presunta evasione fiscale. A dirlo è lo stesso Assange nel corso di un’intervista rilasciata al giornale Il Fatto Quotidiano; Assange attualmente è in attesa di giudizio per i due ipotetici e molto dubbi stupri di cui si sarebbe reso protagonista ma intanto continua a lavorare sulla sua creatura.
Assange ha rivelato che Wikileaks ha dato ampio materiale sui metodi discutibili di Eni ai due più importanti quotidiani italiani che però li hanno lasciati in un cassetto. Che si parli di Corriere e Repubblica? E che i file siano rimasti non pubblicati perché Eni è uno dei maggiori inserzionisti pubblicitari e vedere in pagina queste notizie non avrebbe giovato alle entrate dei suddetti? O solamente i file non sono stati pubblicati perché non avevano nulla di giornalisticamente interessante?
Le domande restano aperte ma è lo stesso Assange a dire qualcosa di più: Eni è secondo lui la vera grande azienda corrotta italiana e il metodo che usa per aprire rapporti commerciali e relazioni industriali con i paesi, in particolare quelli del terzo mondo, è un vasto uso di mazzette e pagamenti non leciti. Il caso citato espressamente da Assange è quello del Kyrgyzstan in cui molti politici sarebbero stipendiati illecitamente dai fondi neri dell’azienda petrolifera partecipata anche dallo stato italiano.




Invece in Italia e precisamente a Molfetta si registra un’altro caso in cui è coinvolta l’Eni.
L’ENI avrebbe lasciato circolare sul territorio nazionale cisterne con concentrazioni letali di idrogeno solforato senza adottare un’opportuna cautela informativa.
Il 23 Febbraio 2011 e' iniziato il secondo processo a Molfetta contro varie società - fra cui l'immancabile ENI - per accertare le responsabilità della morte di 5 persone, a causa delle esalazioni di idrogeno solforato, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno e dal quotidiano online di Puglia L'Ira del Tacco di Nino Sangerardi.
Questo processo è ancora in corso e quindi aspettiamo la conclusione ma in ultima analisi non c’è tanto da star tranquilli.

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