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lunedì 16 luglio 2012

Il maestro della Videoart - Bill Viola

Bill Viola è un artista statunitense, fra i più apprezzati artisti nell'ambito della Videoarte. Nato a New York nel 1951, si iscrive al College of Visual and Performing Arts della Syracuse University. Inizia a realizzare videoarte nei primi anni settanta. Lavora per affermati artisti come Bruce Nauman e Nam June Paik.
Nel 1977, Bill Viola è invitato ad esporre le sue opere al La Troube University di Melbourne dalla direttrice artistica Kira Perov, che più tardi diventerà sua moglie. Nel 1977, in Australia, incontra Kira Perov; nel 1979 cominciano a lavorare e viaggiare insieme. Nel 1980 si reca in Giappone dove trascorre diciotto mesi per una borsa di studio di scambi culturali.
The Crossing
Negli anni '80 Bill Viola decide di abbandonare la sua visione strutturalista dell'arte per avvicinarsi ad uno stile più visionario. È proprio in questi anni che Viola riscopre l'utilizzo della pellicola in bianco e nero, che servirà, inoltre, per la realizzazione di una mostra al MOMA di New York: la sua più grande mostra personale in assoluto. Nel 1981 lavora per sei mesi nel centro ricerche della Sony, sperimentando le più avanzate tecnologie del tempo. Rappresenta gli Stati Uniti nella biennale di Venezia nel 1995 con cinque opere riunite sotto un unico titolo: Buried secrets.
Nel 2007 nella mostra Bill Viola: Las Horas Invisibles, che si tiene a Granada nel Muso de Bellas Artes, Palacio de Carlos V (Alhambra), per celebrare il restauro del Palacio stesso, sono esposte cinque installazioni. Per la prima volta in Polonia, a Varsavia, la Galleria d'arte nazionale Zacheta presenta nove installazioni in una mostra dal titola Bill Viola. L'artista ricorre a un nuovo espediente tecnico che permette di riprendere un evento in modo simultaneo e identico con due telecamere predisposte per realizzare una nuova installazione audio / video su tre schermi destinata alla Bienale di Venezia, Ocean Without a Shore. Il tema dell'installazione, destinata alla chiesa quattrocentesca di San Gallo, riguarda la presenza dei morti nella nostra vita (Ibn al-'Arabi, 1165-1240).


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