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mercoledì 23 marzo 2011

Bartabas: l’anima nomade dell’ultimo cavaliere


Bartabas, all'anagrafe Clement Marty (2 giugno 1957), è l'inventore di una forma originalissima di spettacolo che unisce arte equestre, gioco e danza. Bartabas è un pellegrino e gitano, sciamano, capo di un circo e di una truppa. Trova la sua consacrazione nel 1977 all'interno del Festival di Avignone.
Nel 1984 crea il Teatro Equestre "Zingaro", che prende il nome dal cavallo nero (frisone) simbolo della compagnia. 
Bartabas è oggi alla guida di una carovana multietnica che conta una ventina di artisti e trenta cavalli. Ama gli orizzonti lontani, ama attraversare territori ai margini delle culture dominanti, arricchirsi nel confronto con codici espressivi diversi e raccontare infinite storie, frutto di mille incroci e rituali.
Nel 1989 il Teatro "Zingaro" si stabilisce nel Fort d'Aubervilliers, dove inizia a creare numerosi spettacoli.
Ed è proprio in questo luogo che sono nate le sue migliori performance.
Nel primo spettacolo Opéra Équestre mette in scena le tribù di cavalieri e cantori berberi e caucasici, poi i suoni e le leggende dei popoli nomadi del Rajasthan in Chimère, per giungere ai canti coreani in Eclipse e i cavalli danzanti sulle musiche di Stravinskj e Boulez in Triptyk. Nel suo ultimo spettacolo dal titolo, Loungta, conclude il suo personalissimo viaggio in Oriente, rivolgendosi alla cultura buddhista del Tibet, evocando antichi riti, enigmi e feste pagane. Per Bartabas il buddhismo è una concezione dell’universo che dà spazio, oltre che all’uomo, anche agli animali.

Il grande successo di spettacoli come Chimère, Eclipse, Triptyk et Lougntà ha permesso l’organizzazione di tournées in tutta la Francia e nel mondo.
Nel 2002, grazie all’appoggio delle istituzioni francesi, Bartabas fonda e dirige l'Académie du Spectacle Équestre a Versailles, con lo scopo di creare un ambiente in cui garantire la trasmissione dell'arte equestre ad alto livello espressivo.
Recentemente sono stati organizzati due spettacoli all'interno dei giardini della Reggia di Versailles: Le Chevalier de St George, un Africain à la Cour, opera ispirata alla vita di Joseph de Bologne (25 dicembre 1745 - 10 giugno 1799), violinista e compositore e Voyage aux Indes Galantes, opera ispirata alla vita di René Madec.
Bartabas è stato anche regista di due film. Il primo film, Mazeppa del 1993, che racconta la vita del pittore Théodore Géricault e del maestro equestre Franconi e il secondo, Chamane del 1996, che racconta la lunga epopea a cavallo di un prigioniero fuggito dai Gulag attraverso la taiga russa.
Nel suo film d'esordio, “Mazeppa”, Bartabas appare coperto da una maschera di cuoio ed incarna una figura circense del primo Ottocento, il celebre Franconi animatore del Cirque Olympique. Di fronte a lui c'è un Miguel Bosè, bello e spericolato, nella parte del pittore Theodore Gericault, morto a trent' anni cadendo da cavallo. Il film si incentra su un rapporto di fascinazione fra Gericault e Franconi, terminato nell'impazienza, nel dissidio e nel sangue. Lo spettacolo si conclude nell'incubo del pittore, che immagina di trasformarsi nel mitico personaggio di Ivan Mazeppa: colui che, secondo un episodio narrato da Voltaire, reso in poesia Byron ed immortalato da un dipinto di Géricault, fu sorpreso da un notabile del luogo a letto con la propria moglie e per punizione fu legato ignudo alla coda di un cavallo.

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