Quanti si sono chiesti che fine avesse fatto la Costa Concordia? Ricordate quanto se ne è parlato su tutti i media? Bene tutto è rimasto com'era o quasi.
A qualche giorno dal bruttissimo incidente si scriveva: “Pochi mesi e la Costa Concordia si inabisserà. Bisogna agire in fretta in quanto l'integrità strutturale del relitto è minacciata. Lo scafo coricato su un fianco si sta progressivamente deformando e il rischio che si inabissi per sempre, in assenza di un intervento umano, è più che concreto”.
La relazione ambientale preparata dai tecnici incaricati da Costa Crociere, in merito alle operazioni di recupero della nave naufragata sugli scogli dell'isola del Giglio nella notte del 13 gennaio scorso, è molto chiara e non lascia spazio ad interpretazioni.
“Occorre procedere entro un anno dal naufragio”, è ancora scritto nero su bianco, in questa relazione il cui contenuto non è stato mai volutamente reso pubblico. Dunque, rimarrebbero solo poco meno di sette mesi per scongiurare il peggio.
Ancora oggi, però, non c'è la certezza assoluta di poter rimuovere quel gigante da 44.000 tonnellate tutto intero, o anche solo di poterlo rimuovere, e la prima fase dell'operazione è preliminare e consiste in una ulteriore verifica della solidità del fondale attorno alla nave attraverso una serie di carotaggi.
Tanto si è scritto, tanto si è parlato ma come sempre i problemi nel nostro Bel Paese non si risolvono mai.
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