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lunedì 16 maggio 2011

Intervista a Matteo Tambussi leader dei Baroque

Cantante, Musicista, Performer e Compositore.
Dal 2009 si esibisce, accompagnandosi alla chitarra o al piano, nei live club acustici di tutta Londra, dove ha avuto occasione di misurarsi con i musicisti ed i turnisti dei più grandi artisti del rock britannico.
Dal 2003 é leader dei Baroque, formazione glam-rock torinese al secondo disco (ROCQ, 2011) che dal Febbraio 2011 riscuote successi radiofonici e di pubblico in Italia.
Accademia Apulia ha posto a Matteo Tambussi alcune domande:

Cantante, Musicista, Performer e Compositore. Quale di queste abilita’ viene prima nel mondo di Matteo Tambussi?
La performance perfetta é da sempre il mio solo obiettivo.. e molto spesso essa non coincide per forza con una esecuzione vocale o strumentale perfetta. E’ un insieme di feeling, energia... ed ovviamente, molti errori!

Come e’ nata la passione per la musica, e qual e’ stato il complimento o feedback che piu’ ti ha fatto sentire realizzato?
La musica ha letteralmente sfondato la porta la prima volta che ascoltai “Bohemian Rhapsody”... avevo otto anni. Da allora c’è stato tanto lavoro, tante soddisfazioni ma anche tante delusioni... di certo, l’appagamento più grande l’ho provato quando ho conquistato una ragazza di cui ero innamorato con un pezzo che avevo scritto per lei!

Come e quando e’ nato BAROQUE?
I Baroque sono nati nel 2003, con alcuni compagni di liceo che avevo un po’ perso di vista.
Ci eravamo sempre visti un po’ male a scuola... e, ti giuro, ce n’è voluto del tempo per iniziare a piacerci un poco. Ma l’alchimia, quella musicale, ha iniziato a lavorare sin dall’inizio. Certo poi, una volta fatta la miscela esplosiva devi riporci su scaffali ben lontani l’uno dall’altro!
Hard Rock, Progressive Rock, Glam and Blues sono proposti da BAROQUE con un mix speciale, ma come si definisce il vostro stile di musica?
Semplicemente ROCQ. Così abbiamo chiamato infatti il nostro secondo disco. Non é una semplice commistione di generi diversi, un patchwork, ma una creatura con un metabolismo e un DNA tutti suoi. Credo sia per questo che piace.

Se la musica di Baroque potesse paragonarsi ad una collezione di poesie, chi sarebbe il suo autore?
Gregory Corso.

Cosa diresti ad un critico che dice ‘La musica rock e’ chiasso insopportabile’?
Gli chiederei in quale punto della sua vita abbia abbia mollato la carriera di musicista..

Quali sono le difficolta’ che fronteggia BAROQUE a 8 anni dalla sua formazione?
In generale l’impermeabilità della cultura italiana, specialmente nel suo aspetto mediatico. Operiamo in una cultura in apnea, che non apre le finestre da decenni. Abbiamo bisogno di aria nuova per risollevare tutta l’industria culturale. Nel particolare, ogni giorno ci scontriamo con i piccoli campanilismi e con l’arroganza e le meschinità di questo o di quel personaggio. Ad ogni modo, sono tutte cose che col senno del poi fan bene, temprano il carattere di una band.

Qual e’ stato il momento piu’ importante della tua carriera artistica
Direi che deve ancora arrivare. Come Baroque abbiamo suonato di spalla a mostri sacri come Nick Cave e i Primal Scream, ma sono cose che non hanno lasciato molto se non una riga aggiuntiva sul curriculum musicale del gruppo... Personalmente, potrei dirti che l’anno e mezzo trascorso a Londra, mentre ROCQ era in lavorazione in Italia, mi abbia letteralmente rieducato su tutto. Ho jammato e conosciuto alcuni dei turnisti più importanti nel rock. Lì ho imparato il vero concetto di “performance”.

Sin dalla sua costituzione nel 2003, la tua band ha riscontrato successo nei circuiti italiani, ma in quale citta’/paese ritieni BAROQUE si collochi meglio?
In Italia stanno sbocciando gruppi di fan molto numerosi indistintamente dal Nord al Sud, ma é in Puglia che abbiamo avuto il feedback più acceso. Per il resto, abbiamo avuto molti riscontri positivi dall’India, Thailandia e Giappone. Non sarebbe affatto male riuscire ad organizzare un tour laggiù.

Quale gruppo rock, presente/passato piu’ ammiri?
I Queen e Freddie Mercury mi hanno “istruito” (e ancora lo fanno) a tutto: composizione, tecniche di registrazione/arrangiamento, performance. Ultimamente però seguo moltissimo le nuove leve del folk britannico, per lo più tutti nomi sconosciuti come Redvers Bailey ed Edoardo Appleboy: c’é molta “verità” e materia prima in quello che suonano.

Cosa pensi della scena rock italiana?
Penso che non esista più. Esiste molto di altro, ma non certo di rock. Per questo ci siamo noi.

E quella inglese?
Credo che l’indie abbia un po’ monopolizzato i circuiti e le playlist, se non consideriamo l’hip hop. Tuttavia non mi sento di esprimere giudizi, gli inglesi musicalmente sanno sempre quello che fanno, hanno assi nella manica.

Qual e’ il prossimo sogno da realizzare?
Io sogno un poco alla volta, così mi do la possibilità di realizzare qualcosa in più. Oggi spero di riuscire a fare un buon tour di ROCQ in tutta Italia, in modo da farci apprezzare da nuove audience.

Qual e’ il tuo messaggio per coloro che vorrebbero intraprendere una carriera come la tua?
Si vive una sola volta... buttatevi!



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