artista: Veronica Vecchione titolo della mostra: SCISSIon
inaugurazione: venerdì 13 gennaio 2012, ore 18.00
luogo: Associazione Sarajevo Supermarket
indirizzo: via G. Matteotti, 19 (Galleria Maiorino, 1° paino)
Nocera Inf. (Sa)info: 328 96 77 340 - sarajevosupermarket@libero.it
orari: tutti i giorni, dalle 17.00 alle 22.00 o su appuntamento
chiusura mostra: 26 gennaio 2012
SCISSIon propone lavori realizzati tra il 2011 e l'inizio del 2012.
“Scissione: rottura di un legame chimico, meccanismo di difesa in psicologia e di riproduzione sessuale in biologia, operazione di finanza straordinaria in economia, gruppi politici in disaccordo. Ogni attimo della nostra vita può essere rappresentato da una scissione, ci destrutturiamo per generare una nuova creazione, fermarci nell’istante, ripeterlo per trasformarlo. Ogni segno tracciato viene modificato nel tempo da condizionamenti meccanici e mentali, ogni pensiero o azione viene “macchiato” creando diverse possibilità, diverse combinazioni. L’errore, lo spruzzo d’inchiostro inatteso, diviene fonte generatrice di strutture formali che si compongono all’infinito. La maggior parte della gente che ho conosciuto è la dolente e inaccettabile memoria di una scissione, memoria sepolta viva e che si cerca di tenere giù finchè si può.” (Veronica Vecchione)
Il lavoro di Veronica Vecchione contrappone incisione e fotografia ben assemblate in una struttura assolutamente bidimensionale, data dal gioco che l’artista compie con le distanze e le speculazioni formali. L’opera di Veronica Vecchione nasce dal gesto manuale del disegno e dell’incisione, che muta forma e dimensione nell’incontro con la macchina fotocopiatrice; momento in cui l’errore diviene forza generatrice di nuove forme e significanti. In quanto macchina vittima del lento logorio del tempo, la fotocopiatrice diviene il prolungamento della mano dell’artista incapace di essere perfetta e che porta in sé il seme dell’errore. Nelle macchine e nei meccanismi in generale è visibile il mutamento e la trasformazione delle cose che porta ad una sorta di rigenerazione, ed è proprio di questa rigenerazione o mutazione che l’artista si serve per creare - attraverso la casualità - nuove forme e figure. In questo modo, ad esempio, la non lettura della fotocopiatrice dà vita alle fiamme che alimentano le balle/combustibile della macchinetta del caffè, porzioni di corpi e parti dei volti vengono smembrati e divengono figure nuove che si impongono anche grazie alla quasi ossessiva ripetizione dell’immagine, vista come possibilità di trasformazione e non come semplice ripetizione seriale, che non ha come fine quello di sfinire lo spettatore ma vuole sviluppare in esso una riflessione sulla nostra condizione umana e sociale.
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